
Coem i gatti considerano gli umani? - myzoo.it
Come ci vedono i gatti? È vero per loro siamo solo dei felini giganti? La scienza svela come in realtà è la loro percezione.
La percezione che i gatti abbiano di noi esseri umani è da sempre un argomento affascinante e spesso frainteso. Tra le credenze più diffuse vi è quella secondo cui i gatti ci vedrebbero come dei felini giganti, una teoria suggestiva ma che necessita di un approfondimento critico basato su studi scientifici e osservazioni comportamentali.
Come ci vedono davvero i gatti?
La convinzione che i gatti ci percepiscano come gatti di dimensioni maggiorate deriva da un’interpretazione errata delle osservazioni del biologo comportamentale britannico John Bradshaw, esperto riconosciuto nello studio del comportamento felino. Contrariamente a quanto si pensa, Bradshaw non supporta questa teoria, ma sottolinea come i gatti siano pienamente consapevoli delle differenze fisiche tra loro e noi e che adottino strategie comunicative specifiche per interagire efficacemente con gli esseri umani.
I gatti, infatti, manifestano comportamenti quali il salire sui tavoli per avvicinarsi al volto umano o annusare il naso, azioni che possono apparire simili a rituali sociali felini, ma che non indicano un’identificazione umana con la loro specie. Un esempio chiaro di questa distinzione è il miagolio, un suono usato prevalentemente per comunicare con le persone e quasi mai tra gatti stessi, a dimostrazione di un linguaggio adattato alla relazione con l’uomo.

Secondo le attuali ricerche etologiche, i gatti non si pongono necessariamente la domanda “che cosa siamo per loro?”, ma riconoscono gli umani come figure sociali importanti e distinte, con cui instaurano un legame emotivamente significativo.
Il comportamento del gatto domestico rivela una grande adattabilità e capacità di modulare le proprie interazioni in base all’ambiente e agli interlocutori. I gatti sanno distinguere tra un altro gatto e un essere umano e la loro socialità con noi si basa su segnali e gesti che riflettono un attaccamento affettivo, non una confusione di specie.
Ad esempio, il contatto visivo prolungato, lo sfregarsi con il naso o la fronte, il fare le fusa e il gesto di “fare la pasta” sono tutti comportamenti appresi durante l’infanzia felina, poi trasferiti nei confronti degli umani come segnali di affetto e fiducia. Questi gesti dimostrano una capacità di interpretare e comunicare emozioni che va oltre la semplice percezione visiva o fisica.
È interessante notare come i gatti selvatici mantengano una percezione più cauta degli esseri umani, considerandoli potenzialmente come predatori o minacce, mentre i gatti domestici vedono in noi una compagnia sociale e una fonte di sostentamento, con cui possono instaurare un rapporto di reciproco beneficio.
Sfatare il mito del “felino gigante”: cosa dice la scienza
La popolarità dell’idea che i gatti ci vedano come felini giganti potrebbe derivare dal fatto che spesso utilizzano con noi gli stessi linguaggi del corpo che impiegano tra loro. Tuttavia, questa somiglianza comportamentale non implica una confusione identitaria. Come spiegano esperti veterinari e comportamentisti, si tratta piuttosto di un adattamento funzionale per rafforzare il legame sociale.
A differenza dei cani, selezionati per millenni per cooperare con l’uomo, i gatti hanno mantenuto una maggiore indipendenza evolutiva. Questo spiega la loro capacità di adattarsi all’interazione con l’essere umano mantenendo però una prospettiva unica e specifica della loro specie.
Nonostante la loro incapacità di riconoscere i volti umani come facciamo noi, i gatti rispondono ai toni vocali, ai gesti e alle abitudini quotidiane, costruendo così una percezione complessa e personalizzata della persona con cui convivono.