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Quando il gatto ti morde la mano, il linguaggio segreto che (forse) non conosci: cosa vogliono dirci

Quando il gatto ti morde la mano non lo fa per caso: dietro quel gesto si nasconde un linguaggio segreto che in pochi conoscono davvero.

Chi ha un gatto lo sa: convivere con lui è un’esperienza meravigliosa ma mai completamente prevedibile. Ci sono momenti di tenerezza assoluta, fusa che sembrano colare direttamente nel cuore, e poi improvvisamente… zac.

Un morso. Leggero, certo, a volte quasi impercettibile, ma pur sempre un morso. E lì, nella maggior parte dei casi, parte la domanda: perché lo fa? Cosa vuole dirmi? È arrabbiato? Sta giocando? O forse gli sto dando fastidio senza rendermene conto?

Ecco perché il gatto ti morde la mano

La verità è che il gatto comunica in un modo molto più sofisticato di quanto si pensi. Non ha bisogno di parole per esprimere quello che prova: usa il corpo, la coda, le orecchie, lo sguardo e, sì, anche i morsi. Ma non bisogna pensare subito al peggio. Infatti, in moltissimi casi, quel piccolo morso alla mano non è un gesto di aggressività, bensì un messaggio preciso. Una forma di linguaggio che, se compresa nel contesto giusto, può rivelare molto del suo stato d’animo e del suo legame con noi.

Il linguaggio del gatto, perché ti morde la mano (myzoo.it)

Spesso accade durante una sessione di coccole. Il gatto si avvicina, si strofina, si lascia accarezzare e poi, quando meno te lo aspetti, ti morde. Cosa significa? Semplice: ti sta dicendo che hai superato il limite. Non sta dicendo “non ti voglio”, ma più probabilmente “ora basta”. È come se ti dicesse: “Sì, sei importante per me, ma ora ho bisogno di spazio”. I gatti, infatti, sono creature molto sensibili agli stimoli fisici, e ciò che per noi è un gesto affettuoso, per loro può diventare eccessivo se protratto troppo a lungo o in un punto del corpo che non gradiscono particolarmente.

Ci sono poi morsi che fanno parte del gioco. Quando il gatto ti insegue, ti afferra con le zampe anteriori e ti morde lievemente, lo sta facendo come farebbe con un suo simile. È il modo in cui, da cucciolo, impara i limiti e le regole del gioco con i fratellini. In questi casi non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma può essere utile, se il comportamento diventa insistente o fastidioso, reindirizzarlo verso un giocattolo, senza mai punire o urlare: il gatto non capirebbe il nesso e si limiterebbe a sviluppare sfiducia.

Senza ombra di dubbio, imparare a leggere i segnali del nostro gatto è il primo passo per costruire una relazione davvero profonda e rispettosa. Il morso, in fondo, non è altro che un modo per comunicare. E se impariamo ad ascoltarlo senza paura, scopriremo che dietro a quei piccoli denti c’è molto più affetto di quanto pensiamo.

Published by
Rocco Grimaldi