
Maltrattamenti agli animali. le nuove regole - myzoo.it
Nuove norme sul maltrattamento degli animali: quali sono i cambiamenti e cosa rischia chi commette il reato?
L’approvazione della nuova legge sul maltrattamento degli animali rappresenta un passo significativo verso una maggiore protezione e tutela dei diritti degli animali in Italia. Questa normativa, che modifica il titolo IX-bis del codice penale, non solo cambia il nome da “Dei delitti contro il sentimento dell’uomo per gli animali” a “Dei delitti contro gli animali”, ma introduce anche misure più severe per combattere il maltrattamento e la violenza verso gli animali.
Misure severe contro il maltrattamento di animali
Uno degli elementi più rilevanti di questa legge è il divieto di tenere i cani al guinzaglio o legati a catene, una pratica che fino ad ora era regolata solo da leggi regionali. Ora, a livello nazionale, chi non rispetta questo divieto rischia sanzioni che variano da 500 a 5.000 euro. Questo cambiamento riflette una crescente sensibilità verso il benessere degli animali, riconoscendo la loro necessità di vivere in condizioni dignitose.
In aggiunta, la legge prevede il divieto dell’uso commerciale delle pellicce di gatto domestico, un ulteriore passo verso la protezione degli animali da sfruttamenti. È importante anche la disposizione che vieta l’abbattimento degli animali coinvolti in reati, garantendo la loro sicurezza durante le indagini.

Il nuovo quadro normativo introduce un sistema sanzionatorio ampio. Chi tiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura rischia pene severe, con multe che vanno da 5.000 a 10.000 euro. Questa misura è fondamentale per garantire che gli animali vivano in ambienti che rispettino le loro esigenze. Inoltre, le pene per chi uccide un animale senza necessità variano da 6 mesi a 3 anni di carcere, con multe che possono arrivare fino a 30.000 euro. Nei casi più gravi, come l’uccisione di un animale con sevizie, le pene possono salire fino a 4 anni di reclusione e 60.000 euro di multa.
La legge prevede un inasprimento delle pene per i combattimenti tra animali, che ora vanno da 2 a 4 anni di carcere. Le conseguenze si applicano non solo a chi organizza tali eventi, ma anche a chi partecipa. Inoltre, chi organizza spettacoli che comportano sevizie verso gli animali rischia multe da 15.000 a 30.000 euro, un aumento significativo rispetto ai limiti precedenti.
Questa riforma introduce anche l’articolo 260-bis nel codice di procedura penale, che conferisce un ruolo attivo alle associazioni animaliste, permettendo loro di chiedere il riesame del sequestro di animali per garantire il loro benessere.
Le reazioni a questa nuova legge sono state positive e unanimi tra le associazioni animaliste, come Enpa, Legambiente e Wwf Italia, che hanno definito questa riforma un “primo importante passo” verso una legislazione più adeguata. La legge rappresenta un cambiamento di paradigma, riconoscendo gli animali come soggetti di diritti autonomi, distinti dall’essere umano.